Taglio alle pensioni: quali effetti sugli Agenti?
Vincenzo Spagnuolo • 15 aprile 2019
di Federico Rossetto
In applicazione della legge di Bilancio 2019, varata dall’attuale governo, il 1° aprile tutti gli agenti di commercio, che hanno una pensione INPS (al di sopra di 1.522,26 euro LORDI), hanno subito il primo taglio alla perequazione .
Il 10 aprile, con il pagamento dell’altra pensione Enasarco, hanno subito il secondo taglio.
A giugno, poi, l’INPS recupererà le differenze per la maggiore perequazione liquidata provvisoriamente nei mesi di gennaio, febbraio e marzo.
Gli agenti di commercio, avendo non una sola pensione (per fortuna!) ma due, hanno subito dei tagli maggiori di quanto previsto nelle fasce stabilite dalla Legge di Bilancio 2019.
Questo perché la legge 448 DEL 23.12.1998, che fissa i criteri di rivalutazione, stabilisce: «il meccanismo di rivalutazione delle pensioni si applica per ogni singolo beneficiario in funzione dell’importo complessivo dei trattamenti corrisposti a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle relative gestioni per i lavoratori autonomi ».
Ogni singola pensione non ha subito il taglio previsto per la fascia in cui ricade, ma ha subito quello più alto previsto dalla fascia corrispondente alla somma delle due pensioni.
Perché sia più comprensibile, faccio un esempio pratico:
• agente con pensione lorda INPS di 1.530 EURO, più quella Enasarco di 1.530;
• per il 2019, la rivalutazione per legge sarebbe dovuta essere: 1,10 %;
• per effetto della Legge di Bilancio 2019, senza cumulo, la rivalutazione sarebbe dovuta essere: 1,067 %;
• la rivalutazione applicata a seguito di cumulo delle due pensioni è invece: 0,517 % (la metà circa di quella di legge).
Per effetto del cumulo, anche pensioni singole di 700/800 euro LORDE (nette 500/600 euro), entrambe al disotto della fascia minima di euro 1.522,26 (tre volte il trattamento minimo INPS che dovrebbe essere esente da tagli), ma il cui importo cumulato è superiore, non godranno di una perequazione intera.
È vero che l’ammontare della diminuzione applicata da questo governo, ammonterà al massimo a qualche decina di euro al mese; ma questi tagli verranno applicati oltre che per tutto il 2019, anche nel 2020 e nel 2021 e si sommeranno a quelli, di entità superiore, applicati allo stesso titolo, dai governi precedenti negli anni dal 2012 in poi.
Tutti questi tagli comporteranno, per tutta la vita del pensionato, una diminuzione complessiva delle sue entrate anche di qualche centinaia di euro mensili, con conseguenze che potranno essere vitali, specialmente per chi spesso ha assegni al netto anche al di sotto dei 1.000 euro mensili .
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«Decisamente dalla parte degli agenti»
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